mercoledì 14 marzo 2012

CAPITOLO SESTO
La corsa verso la camera di Jeremy era rallentata da una forza inspiegabile. Una sensazione di nausea accompagnava il tutto, lasciando che chiunque fosse in camera con lui, potesse compiere il suo dovere senza l'intralcio della strega, che ancora si trovava a dover fare quelle scale, così lunghe, interminabili. Una scalata verso la vetta di una montagna, che con le sue rocce e i suoi spigoli la graffiavano sulle gambe, la trattenevano appesa da un filo invisibile.
Quando riuscì a raggiungere la stanza, era troppo tardi. Un pianto liberatorio si scatenò tra gli occhi glauchi della donna, che si lasciò cadere ai piedi del letto di suo figlio, ormai scomparso senza alcuna spiegazione.




Day 9


I tratti del suo viso si addolcirono nello stesso momento in cui quei due sguardi si incrociarono di nuovo, dopo 3 infiniti secoli di dolore. Lo stesso sguardo premuroso e gentile che lo aveva caratterizzato fino al giorno della sua morte, fino a quel giorno in cui, per forza di cose, aveva dovuto abbandonare Lexi nel sotterraneo di quella vecchia casa, per attirare l'attenzione di chi stava dando loro la caccia, e fare da esca, permettendole di salvarsi.
Quelle stesse labbra che l'avevano baciata per anni, morbide e rosse, in contrasto con la pelle chiara come la luna, tipica di un qualsiasi non morto. Quelle mani fredde, che le diedero un pò di sollievo sulla pelle ustionata dai fuochi che le ardevano tutto attorno da giorni, in quell'inferno rovente. Quel sorriso che la fece sorridere a sua volta, al pensiero di averlo di nuovo vicino, di poterlo guardare, poter scrutare ogni piccolo lembo della sua pelle argentea, poterlo toccare di nuovo, un miraggio di sopravvivenza in un deserto arido fatto di nessuna speranza.


-Sei veramente tu...sì sei tu..Jake!-


Le mani di Lexi sfiorarono il viso del vampiro ancora un pò, come a voler constatare l'autenticità di quella visione. La sua fronte andò ad appoggiarsi su quella di Jake, lasciando che gli occhi si socchiusero e lei potesse inebriarsi di nuovo di quel profumo, che non avrebbe mai dimenticato. Per un attimo dimenticò tutto: suo figlio, il luogo in cui aveva passato già nove giorni, la clessidra che Lucifero le aveva messo addosso, le ustioni sulla pelle e la sua corsa verso la morte. Nulla contava in quel momento più di quei due meravigliosi visi che si incontravano di nuovo dopo così tanto tempo.


-Lexi...non posso trattenermi molto, ma farò qualsiasi cosa per poterti aiutare a fuggire di qua...so tutto, ho sempre vegliato su di te , per tutti questi anni, per tutto il tempo sono stato la tua ombra. Non ti ho mai lasciata, mia cara...non lo avrei mai permesso-


Un bacio candido e delicato andò a sigillare quel monologo che fece scendere delle lacrime di gioia sul viso , ormai sporco e provato, della strega, che solo in quel momento stava realizzando davvero di aver di fronte a sé, come se non fosse mai andato via, l'unico vero amore della sua vita, colui che l'aveva provata della morte e le aveva dato un'esistenza sofferente. Ma ciò non cambiò la sua opinione, non cambiò certo i suoi sentimenti veri per quell'uomo, quel vampiro che le diede nuova vita.
Lucifero aveva ragione, aveva perfettamente ragione quando le disse che la sua esistenza era una piaga per il mondo intero, ma non avrebbe lasciato che suo figlio vivesse chissà dove e venisse torturato, senza aver almeno provato a finire quella corsa verso la salvezza. 


-Ho bisogno di te. Devi riprenderti, dobbiamo trovare tuo figlio e se uscirai viva di qua, ti prometto che verrò con te a cercarlo, ma devi essere forte e non lasciare che quell'essere mostruoso ti metta in testa strane idee. Sai quanto possa essere persuasivo lui, che ti ha resa sua già una volta, ammaliandoti come farebbe il serpente con Eva. Devi guardarmi negli occhi Lexi e promettimi che lotterai fino alla fine...-



Lexi alzò lo sguardo verso di lui, lasciando che gli entrasse nella mente, che le desse un pò di pace e la invogliasse a prendere la scelta giusta. Le lacrime avevano cessato di scendere sul suo viso ed erano state sostituite da un sorriso forte e vigoroso, uno sguardo forte e intento a combattere fino all'ultimo respiro e all'ultimo battito.
Quella fu la risposta che Jake si aspettava. Ora rimaneva solo armarsi e andare avanti, combattendo tutto ciò che avrebbero incontrato. 


-Prendi questo, ti ridarà i tuoi poteri, Lexi. Usali bene e non lasciare che nessuno ti porti via la ragione-


Un altro bacio accompagnò quella frase d'incoraggiamento e il gesto che Jake fece per donarle un ciondolo a forma di spada, che pendeva da una collanina molto fine, che portava al collo, prima di passarla a lei. 
Lexi la guardò e lasciò che lui l'aiutasse ad indossarla. 
Un fascio di luce si innalzò dal collo della strega, che piegò all'indietro, presa da uno spasmo doloroso, ma breve che finalmente restituì alla donna ciò di cui l'inferno si era appropriato indebitamente.

venerdì 24 febbraio 2012

CAPITOLO QUINTO


Nel momento in cui lasciò Jeremy nella sua stanza, Lexi decise di tornare di sotto, per godersi un attimo di tranquillità di cui non godeva ormai da troppo tempo. Non aveva molto su cui sperare, in realtà. Il lavoro non c'era e le bollette erano qualcosa di cui non riusciva a liberarsi. La sua vita stava andando a rotoli e quel che voleva era solamente riuscire a rialzarsi. 
Ma qualcosa sconvolse la sua quiete temporanea. Dei rumori di cocci rotti attirarono la sua attenzione da piano di sopra, dove suo figlio aveva appena preso sonno. Alzò la testa verso quella camera, come se potesse quasi intravedere cosa stesse accadendo in quella stanza,ma il suo istinto le diceva che non era nulla di buono. 
La corsa verso di essa sembrava quasi un interminabile cammino, quasi una via crucis, come se non riuscisse a raggiungerla per tempo, come se qualcosa la bloccasse, come se il tempo stesso si fosse fermato, bloccando i suoi passi pesanti.

Day 4-8


Aveva continue sensazioni di odio appiccicate alla pelle, come un foglio di carta che si attaccava alle scarpe, quando si calpesta una strada ormai inumidita dalla rugiada del mattino. E quello stesso odio che provava era solamente rivolto a sé stessa, alla sua vita, alle scelte che aveva intrapreso che l'avevano condotto lì dove era in quel momento e dove cominciava a sentirsi a suo agio, perchè sapeva di meritarlo più di quanto non avesse mai meritato altro.
Il suo amico demone, Ab, era sparito all'improvviso, lasciando solo il suo odore zolfato particolare che lo distingueva dagli altri, un misto di voglia di libertà , miscelato alla voglia di morire, a quella di levarsi di dosso i panni di un'esistenza forzata in un luogo maledetta da Dio e dagli uomini. Un luogo dove le fiamme non facevano altro che alimentare, come la benzina i sensi di colpa di chi lo abitava.
Quella paura maledetta che si integrò con il resto, fecero svegliare Lexi da un torpore che l'aveva sopraffatta per un attimo, assorta nei suoi pensieri e in quelli che l'avevano tenuta all'oscuro di ciò che veramente le stesse ruotando attorno.
Si sedette a terra, esausta, con la speranza di ritrovare un pò di forza, quella forza che l'aveva però contraddistinta negli anni, dei quali si erano servite molte persone a lei care, le quali però avevano ricevuto anche sofferenza, nel conoscerla, nell'averla frequentata. Perchè quel giorno non aveva deciso di morire? Perchè non avevano lasciato che quel cancro al cervello avesse solo compiuto il suo corso, senza alterare gli stabili equilibri di una natura assassina? Alterare il destino voleva dire mettere in gioco sé stessi e le vite di chi ci circondiamo e questo non aveva fatto che accadere a Lexi, il cui senso di colpa la stava logorando proprio nel luogo dove avrebbe dovuto finire morta.
Il caldo insopportabile la rendeva sempre più debole e il fatto stesso di non poter usare le sue doti di strega le fecero aprire gli occhi su quanto in realtà lei fosse fragile di suo, senza poter usare un'arte di cui si era appropriata indebitamente. Un'arte che non era mai stata insita in lei, ma della quale aveva usufruito più volte e che, con molte probabilità, si stava facendo pagare per tutto quello che aveva fatto per lei, sino a quel giorno.

-Che c'è? Smarrita sulla diritta via, streghetta?Vedi devi pensare solamente ad una cosa. Questa strada verso la salvezza te la meriti davvero oppure no? Io penso che infondo al tuo cuore ,Lexi, sai già la risposta, la sappiamo entrambi. Quindi perchè non la smetti di lottare contro una realtà che va ben oltre quello che è meglio per te e cominciare a pensare a quanto valga davvero la pena tornare in superficie e far soffrire i tuoi cari con la tua presenza?
Sai, tuo figlio ormai è cresciuto, sa badare a sé stesso e sta vivendo una vita, lontano da te, che forse era la stessa che avevi sognato tu di vivere, una vita normale lontano da questo schifo. Tu devi rimanere qua, lontano da chi sta cercando di andare avanti, perchè il destino del mondo è legato alla tua scelta.-

Lucifero, apparso dal nulla, di fronte ai suoi occhi, con lo sguardo di chi tentava davvero di consolare qualcuno, di sbattere una cruda realtà di fronte a chi stava soffrendo col pensiero di essere solo un male per gli altri, infierendo , come piaceva a lui. Si mise di fronte a lei, in ginocchio, alzandole il viso ormai sporco di zolfo e fumo, un viso schiacciato dalla stanchezza e lo sguardo provato da quel che aveva visto sino a quel momento.
Se solo ci fosse stato qualcuno che avesse potuto confermare il contrario, se solo qualcuno avesse potuto dire "Lexi, tu sei fondamentale per qualcuno, per chi ti ama, non sei la nostra disgrazia, ma la nostra salvezza, allora sì che avrebbe preso il coraggio e le energie necessarie per alzarsi e prendere quel figlio di puttana a calci in culo come meritava.
Ma non c'era nessuno. E nessuno sarebbe arrivato.

-Smettila di tormentarti e ricorda che ti mancano pochi giorni. Se non ti sbrighi...sai già quale sarà la punizione ovvero la tua salvezza-

E scomparve esattamente nello stesso modo in cui comparve, senza lasciare traccia, solo il ricordo di alcune parole che le mozzarono il fiato, tanto da non poter nemmeno replicare, per quanto fossero veritiere.

-Lexi? Hey svegliati Lexi! -

Una scossa molto forte le arrivò dritta sulle spalle, qualcosa la stava agitando, mentre si era addormentata su quello scoglio rovente, che non le procurava più eccessivo fastidio. Sembrava fosse passata un'eternità dall'ultimo momento in cui ricordava di esser stata sveglia e in realtà erano passati ben tre giorni, da quando Lucy aveva deciso di farle visita. Il tempo là sotto aveva un modo di scandire differente da quello terrestre, per non parlare del fatto che il re dell'inferno era libero di modellarlo a suo piacere, così aveva pensato bene di accelerare il tutto.
Gli occhi della strega si aprirono lentamente, cercando di intravedere chi fosse quel viso che le si era appiccicato così vicino tanto da sfiorare le sue labbra contro quelle della donna. 
Un balzo la fece tirare più su col busto, appoggiando le sue mani intorpidite e formicolanti sul terreno secco dell'inferno, notando qualcuno di fronte a sé che le dava particolarmente da pensare.

-E tu? Che cazzo vuoi da me? No, no lasciami stare, non voglio vederti! Vai via! Da quanto sei qui all'inferno? Ma...no non può essere!Tu...

sabato 18 febbraio 2012



Capitolo Quarto



Day 3

-Chi era quella? Non credo di averla mai incontrata prima d'ora o almeno quando qua sotto c'ero anche io, a condvidere il companatico!-

Lexi era di nuovo in piedi, grazie anche alla mano del suo amico Ab, il quale ormai sembrava aver preso parte a quel tour, quasi facendo da guida. Il demone sembrava davvero interessato alle sorti della strega, che anche se mostrava sempre il suo coraggio e la sua volontà di andare avanti, dentro di sé moriva dalla paura. La sua terribile paura di non farcela, senza i suoi poteri, perchè sì, in fondo lei era anche una cacciatrice e sapeva come usare le armi, ma la magia l'aveva resa pigra e l'abitudine alla caccia, da vero hunter, era quasi diventata un ricordo.
Cominciarono a camminare insieme, sulla via principale, di nuovo , senza perdersi nelle viuzze che si districavano ai lati, sia alla loro destra che alla loro sinistra. Era risaputo infatti che , prendendone una a caso, si potevano trovare tante sorprese, fra cui i demoni dei vizi capitali, che venivano su dai gironi e trascinavano giù, con sé le loro vittime, coloro che sono state troppo stolte da preferire una via traversa a quella che portava direttamente al Mar d'Inferno.
Altre vie, invece conducevano in alcune stanze, le quali erano adibite a delle torture speciali; altre portavano direttamente nelle fiamme, che logoravano i corpi dei dannati fino a farli diventare cenere, per poi farli riemergere, come le fenici e ricominciare il ciclo fino all'eternità.
Erano tanti i trucchetti che i demoni e i loro re inventavano per allietare le loro giornate, per non permettere alla noia di impossessarsi di loro, lasciandoli marcire nella loro miserabile non vita.

-Lexi, ci credi se ti dico che una volta, quella persona che hai appena incontrato e sconfitto, almeno per ora, una volta era una specie di dea?
Sì, una divinità cosmica tramutata in una divinità degli inferi, divoratrice della carne dei morti. E' lei che si occupa di far piazza pulita qui sotto e ogni tanto, quando la mandano al piano di sopra , si occupa anche di quei morti che riposano in pace nelle tombe. Dice che sono più freschi!-

Ab alzò le spalle, con un sorriso ironico stampato sul volto, quasi si sentisse importante e divertente per la battuta che aveva appena fatto. Ma Lexi non rise affatto, anzi era molto interessata alla storia di quella così detta divinità. Un cambiamento drastico che sicuramente era stato scaturito da qualche sorta di vendetta personale, non andata proprio a buon fine. Di solito era sempre così che andava a finire. Per i buoni, il più delle volte non vi era alcuna speranza, e il fatto stesso che lei in quel momento si trovava là, e suo figlio chissà dove, ne era una prova tangibile.

-Dicevo, comunque che, sì, lei era una divinità che chiamavano "divina colomba", qualcosa che aveva a che fare con la mitologia sumera. Il suo nome significa "vagante in ampi spazi", e all'inizio della creazione pare avrebbe volteggiato nello spazio vuoto e con la sua danza avrebbe prodotto il vento Borea. Per questo avrai notato come volteggia nell'aria con molta non-chalance!
Ma continuiamo con la sua storia...-

Ab raccontò alla strega la storia , mentre continuarono a camminare sul sentiero principale fianco a fianco, sempre all'erta, nella speranza che almeno per un pò nessuno li interrompesse.

-Accoppiatasi con questo vento, sotto forma del serpente Ofione, ne sarebbe stata fecondata e si sarebbe trasformata in una colomba bianca che avrebbe deposto l'uovo cosmico, dal quale uscirono tutte le cose. Almeno questo è quello che narra la leggenda,lei non me lo ha mai confermato, ma le chiacchiere su questa storia girano anche qua-

Lexi rimase perplessa, non tanto dalla leggenda stessa quanto dal fatto che quella storia narrava tutto tranne della sua trasformazione in divinità infernale. Attese qualche secondo per poi chiedere ad Ab.

-Scusa, e poi? Voglio dire ...come è divenuta ciò che è oggi?-

Ab raccontò alla strega che Eurynome, dopo aver dato la luce a tutte le cose, si innamorò di una sua creazione. Quest'uomo, sì, umano al cento per cento, aveva però la fama di essere un Don Giovanni, uno di quelli che , all'olimpo, non doveva chiedere mai. Sapeva che la Dea era stata la sua creatrice e le donava tutto il suo rispetto per questo. La venerava come si faceva con qualsiasi Dio pagano, ma lei voleva di più, non le bastavano le preghiere, i riti, lei voleva il suo amore. Ma quando lui si innamorò di quella che sarebbe dovuta diventare la sua sposa, Euryome andò su tutte le furie, lanciando maledizioni su loro due e sulle loro rispettive famiglie.
L'olimpo punì la Dea mandandola all'inferno e la costrinse a divenire una divinità infernale, quale demone dei venti, letale e spietata, ancora in cerca della sua vendetta contro gli Dei.
La strega rimase sconvolta dalle storie che il suo amico raccontava ogni qual volta si incontravano. Ne sapeva una più del diavolo e non era un modo di dire!
Rimase ad ascoltarlo a bocca aperta, capacitandosi del fatto che anche gli Dei, esattamente come gli umani, sembravano provare sentimenti come la rabbia e la vendetta e per questo gli umani vennero costruiti così, difettosi, con la voglia di distruggersi a vicenda per via del loro egoismo. Tutto quadrava, tutto sembrava perfettamente incastonato nell'immaginario che Lexi aveva sempre avuto del mondo, nella visione che aveva del bene e del male.

Un sospiro , accompagnato da un movimento del capo, che sembrava voler esprimere la sua rassegnazione a certi argomenti. Lexi aveva ancora tanto da camminare e sicuramente Ab tanto da raccontare, ma ben presto sarebbe tornato il momento in cui avrebbe dovuto tirare fuori spade e pistole, perchè il male era sempre dietro l'angolo, in questo caso, lungo la via.

domenica 12 febbraio 2012

Capito Terzo


Day 2


*Gli occhi di Jeremy si soffermarono a guardare quelli della madre. Così piccolo, così innocente , eppur sveglio e guardingo. Lui captava ciò che accadeva all'esterno, molto più di un semplice ragazzino di due anni, che scruta ma non capisce, che accumula nel cervello le situazioni e che, forse con scarse probabilità, rielaborerà una volta cresciuto. Jeremy non era così, lui apprendeva e già era in grado di capire.
Si alzò dal divano e raggiunse la cucina, andando a prendere un fazzoletto alla mamma e un bicchiere di acqua. I suoi poteri da sensitivo, l'empatia, già cominciava a svilupparsi, così in fretta e così precocemente che Lexi si impaurì appena, nel constatarlo. Non sarebbe stato facile dover aspettare che crescesse per poter spiegare lui tutto ciò in cui era coinvolto, il destino della scelta che si sarebbe ritrovato di fronte, una volta saputa la verità su di lui, sulla sua famiglia e su ciò che gli girava attorno.
La strega lo guardò con uno sguardo apprensivo, perchè quel gesto le aprì gli occhi su quanto in realtà potesse sembrare disperata. Non voleva, non poteva permetterselo, avrebbe dovuto ritrovare l'energia giusta per tirarsi su e combattere.Nessuno aveva mai scalfito così tanto il suo cuore, nemmeno anni prima, ormai secoli prima, quando Jake la abbandonò, morendo per salvarle la vita. Non era facile per lei affrontare le perdite. L'abbandono era qualcosa che la feriva sempre di più, l'unica cosa di cui aveva seriamente paura , ma anche di conseguenza l'unica che gli accadeva nei rapporti di coppia.
Tutti i suoi ex avevano fatto la stessa identica cosa: l'avevano lasciata al suo destino, che avrebbe dovuto continuare a modellare con le sue mani e con le sue forze.
Prese l'acqua e la tracannò giù per la gola, dandosi modo di poter schiarire la voce per ringraziare suo figlio e prenderlo tra le sue braccia.
-Un giorno saremo felici, vedrai. Quel giorno è vicino, me lo sento-


Il caldo infernale sembrava essere aumentato, forse qualcuno aveva messo al massimo il riscaldamento per rendere le cose meno facili a Lexi, che ormai si aggirava per le strade degli inferi, come se fosse una gita di trekking. Il sentiero che aveva scelto sembrava tortuoso, ma di solito , all'inferno non tutto era come sembrava. Proprio per quello scelse la via più difficile, sperando che quel modo di dire si avvicinasse il più possibile alla realtà.
I ciottoli a terra sembravano camminare da soli, lanciandosi ogni tanto verso le vittime che incontravano e facendo loro male in qualche parte del corpo.
-Maledetti sassi di merda!-
Una pietra si lanciò con forza verso uno stinco della strega, che imprecò i santi per poter star calma.
Con lei c'era anche Abrahel, fedele compagno del passato infernale di Lexi. Avevano deciso di affrontare questa camminata verso la salvezza, di entrambi, insieme.
Il demone era un tipo affascinante, era garbato, aveva dei modi quasi regali. Tutto ciò era dovuto al suo scopo vitale, quando ancora era qualcuno sulla terra, ossia quello di attirare vittime a sé con l'inganno dell'amore. Quello stesso trucco che usavano anche gli altri, ma per infliggere pene diverse. In fin dei conti lui non aveva nessun torto da rimproverarsi. Lui era così e non poteva far molto se la gente gli si gettava ai piedi, morente d'amore e disposta al sacrificio di sé, per averlo.
Le sue storie proseguirono, alternate a quelle della strega dagli occhi glauchi, i quali erano decisamente diventati rossi come tutto l'ambiente circostante.
Lexi cominciò a raccontare di sé, della sua vita dopo la redenzione, di ciò che aveva ereditato da tutti i suoi cambiamenti e delle sue storie d'amore. Un matrimonio fallito con un Dio della morte e un abbandono da parte di un cacciatore, con il quale ebbe un magnifico bambino.

-Ecco cosa dovrei regalarti per Natale, un pò del mio potere! Potresti buttare a terra una orda di uomini senza nemmeno accorgertene, disposti a morire per te!-

Una risata riecheggiò in quel luogo malsano e estremamente caldo, somigliante al deserto del Nevada, ma dai colori rossastri.
Lexi scosse la testa, ancora col sorriso sulle labbra. Era davvero contenta di aver ritrovato un amico fidato come lui, sempre pronto a darle una mano, nonostante si fosse sentito tradito dalla stessa strega, quando lasciò l'inferno senza avvertirlo.

-Mi dispiace davvero averti lasciato qua, avevo solo in testa la voglia di tornare umana e viva, che mi sono dimenticata degli amici come te.-

Lo sguardo si fece tenero, le labbra si incresparono in un sorriso che richiedeva comprensione da parte del suo interlocutore.
Ab non rispose, si limitò a mettere una mano sulla spalla di Lexi per poi proseguire nel cammino davanti a sé, un cammino che sembrava non avere fine.

-Oh no no no! Ditemi che non sto per guadagnarmi un posto in alto borgo infernale!-

Una risata malefica accompagnò quella frase. Una donna con le mani sui fianchi, un vestito turchese che la avvolgeva interamente, come fosse un burka, solo gli occhi ,visibili ai due passanti, che avevano il colore dell'oro più puro.
L'atteggiamento della donna , i suoi movimenti erano lenti e aggraziati, ma qualcosa diceva a Lexi che fossero solo l'antipasto e che ben presto avrebbe dovuto, finalmente, tirar fuori le palle e le armi.

-Non sei la benvenuta qua, Eurynome. Come vedi ce l'ho io Lexi e la sto portando a chi di dovere per prendermi la mia meritata ricompensa.-
Ab era deciso a difenderla con parole, cercando di far intendere a chiunque si fosse messo sulla loro strada, che l'avesse catturata per lo scopo principale, ovviamente non per salvarla.
Ma quel tentativo con la demone dagli occhi dorati, fu alquanto vano.
Con un movimento quasi felino e scattante, si ritrovò di fronte alla strega, che rimase pietrificata per un attimo. Era come se non riuscisse a muovere nemmeno un singolo muscolo del suo corpo, come se non riuscisse nemmeno ad aprire la bocca per poter proferire parola.
La donna di fronte a lei cominciò a guardarla, a distanza ravvicinata. Con il dito indice cominciò a seguire i tratti del suo viso, come se davanti avesse il suo oggetto del desiderio e per la prima volta poteva ammirarlo nella sua bellezza e nella sua preziosità.

-Sai invece cosa credo, che anche se fosse vero quel che dici Abrahel, questa signorina me la porto via io!-

La prese per un braccio e senza che lei ponesse resistenza alcuna, pietrificata da chissà quale potere della demone, la seguì, quasi fosse la sua marionetta. Lexi si rivolse con lo sguardo verso il suo amico, in cerca di aiuto.
Abarahel, captando la paura della donna, riuscì a sbloccare quella specie di incantesimo e lasciò che Lexi riuscisse a muoversi di nuovo.
Senza esitare, la strega girò il braccio del demone, al quale scivolò via la sua impalcatura , rivelando la sua vera identità. Ecco una donna bellissima dai tratti quasi mediterranei, capelli lunghi e corvini e quegli occhi che avrebbero incantato chiunque ne fosse rimasto rapito.
Con un gesto repentino della mano, Lexi prese il suo pugnale d'argento, squarciando le carni del demone all'altezza del petto.
Eurynome cominciò ad urlare di dolore, un urlo che ben presto si trasformò di nuovo in una risata malvagia, ricca di veleno.

-Dovrai impegnarti un pò di più. Ah sì giusto non hai i poteri di maga Magò qui sotto! Peccato!-

Si scagliò contro di lei, come una folata di vento , buttandola a terra e facendole mangiare quella polvere rossastra che si alzava tutto intorno a loro, ad ogni minimo movimento brusco.
Di nuovo, come un fantasma, tornò a buttarsi sul corpo, quasi inerme della strega, che giaceva ancora a terra, ma nel farlo trovò una non gradita sorpresa.
Il pugnale era ancora tra le sue mani, mai abbandonato, con una presa ben salda, che andò stavolta a puntare verso il cuore del demone,che guardò la donna , prima di morire e le disse di stare attenta, che quello era solamente il principio e che avrebbe pagato per aver lasciato tutti lì dentro a marcire come dei demoni di bassa categoria, senza aver avuto nessun tipo di riscatto.E che presto si sarebbero rincontrate, perchè nessuno poteva uccidere i demoni a casa loro. Lasciò che la sua essenza liberasse quel corpo, quella specie di ologramma non reale, il quale era visibile solo agli umani, lasciando che si allontanasse per sempre.

-Stai bene , Lexi?-

Domandò Ab, tendendo una mano verso di lei per aiutarla a rialzarsi.
Il respiro di Lexi si era fatto affannoso. Credeva davvero di non farcela e le sue possibilità sembravano ridursi sempre di più.
Mise la testa tra le ginocchia, prima di alzarsi in piedi. Rifletté sulla vita e su quello a cui la metteva di fronte ogni giorno.
Non c'era pace per lei e mai ci sarebbe stata, soltanto guerre da combattere per difendere sé stessi e il mondo che circonda.

venerdì 10 febbraio 2012

Capitolo Secondo  
Day 1
"Jeremy era tra le sue braccia. Avevano appena fatto il bagno insieme e aveva visto la felicità nei suoi grandi occhioni blu, tutti presi dal padre. Le paperelle e tutta l'attrezzatura che serviva per far divertire un bambino, era attorno a loro, sommersi da una miriade di piccole bollicine, che pian piano se ne andavano dissolvendosi nell'acqua tiepida. Voleva stare con lui il più possibile, non avrebbe voluto staccarsi mai da lui, esattamente come invece aveva fatto suo padre.
Erano passate almeno due settimane da quando non aveva avuto più notizie di Brad. Aveva avvisato che sarebbe stato fuori per una caccia e che non avrebbe dovuto cercarlo perchè sarebbe stato pericoloso. Lexi non capiva quella richiesta ma si adeguò. Non lo cercò. Bastò un altro suo sms per far capire ciò che stava accadendo, anche se non così chiaramente. Le scrisse di non cercarlo, che sarebbe stato via per un pò, che aveva bisogno di allontanarsi e che avrebbe dovuto badare al loro figlio da sola.
Il mondo di Lexi crollò addosso alle sue spalle in una frazione di secondo. Una marea di sensazioni le si scagliarono contro come un'onda di alta marea si scaglia contro ad una scogliera. Un fiume di lacrime che preoccuparono anche il piccolo Jeremy, impegnato in un gioco sul divano , accanto alla sua mamma. Lexi non avrebbe voluto che la vedesse ridotta in quello stato e per quel motivo, il piccolo trascorse alcuni giorni dalla sua amica Bet.
Ma ora erano di nuovo insieme e il terrore di perderlo era più grande del terrore di lasciarlo orfano. Avrebbe dato la sua stessa vita per proteggerlo, era l'unica cosa che le rimaneva al mondo.
Non se la passava bene, Lexi in quel periodo e tutto era decisamente storpiato e confuso, come se non ci fosse stato periodo più brutto. Nemmeno l'apocalisse l'aveva ridotta a tanto schifo. "

Raccolse l'attrezzatura da terra e si guardò attorno. Le fiamme invadevano ogni angolo di quei vicoli bui. Lexi stava cominciando a ricordare vagamente l'ultima volta che era stata a casa sua, prima di trovarsi tra le tenebre, per scendere a patti con Lucifero, di nuovo. 30 giorni non sarebbero passati molto in fretta, considerato anche il fatto che all'inferno il tempo scorreva diversamente da ciò che si percepiva sulla terra. Lo sapeva bene lei e anche qualche suo amico cacciatore ebbe la sfortuna di constatare tutto ciò. E ora? Che piano aveva? Nessun dannatissimo piano che potesse illuminare la strega. Soltanto lei, le armi e la speranza di uscirne illesa per poter riabbracciare suo figlio.
Per fortuna aveva almeno avuto quel vantaggio di avere una balestra e un pugnale. Non era molto , ma sicuramente meglio di niente. Si mise la balestra sulle spalle, indossandola quasi come uno zainetto. Lei era sempre stata un esperta con quell'arma e la cosa la sorprese un pò. Il fatto stesso che Lucy le avesse concesso la sua arma migliore poteva mettere in moto una marea di potesi riguardo a tutto quello che stava accadendo. Forse non la voleva davvero morta, ma per pararsi il culo con i suoi demoni, voleva far sì che tutti vedessero in lui , ancora, la figura regnante, che non se ne restava con le mani in mano ad attendere che una strega di basso livello come lei lo rimettesse di nuovo al suo posto. 
Le voci non arrivavano più al suo orecchio, ma Lexi aveva sempre trovato Lucifero leggermente invecchiato, fuori forma, come se si fosse stancato anche lui di lottare per qualcosa che avrebbe avuto vita in eterno. Una lotta contro il suo vero padre , il quale se ne sbatteva altamente delle sorti di tutto il suo creato. Era davvero da apprezzare ciò che Dio non stava facendo? O forse era quasi meglio tifare per Lucy, il quale aveva messo tutte le sue energie e le sue risorse per poter conquistare ciò che voleva? 

-Smettila di farti queste cazzo di domande. Sei all'inferno e ti metti a pensare alla filosofia! Avanti , Lexi. Comincia a camminare e a pensare ad un piano!-

Ecco dunque che la camminata verso l'uscita ebbe il suo inizio. I suoi passi erano decisi e il suo sguardo sempre rivolto davanti a sé, anche se doveva riuscire a mantenere l'attenzione viva anche per guardarsi le spalle.
Era caldo, troppo caldo per poter mantenersi lucida tutto il tempo. La camminata si fece sempre più pesante, dopo solo 30 minuti. I suoi occhi si erano appesantiti. Se quelle erano le condizioni che la caratterizzavano dopo così poco tempo, probabilmente non avrebbe avuto granché chance di sopravvivere.

-Ah, bene bene! Guarda chi si son degnati di trascinare di nuovo qua sotto! Era ora, dio buono! Ops, perdona la blasfemia! Come stai Lexi? Ti trovo in forma! -

No. Non voleva neanche pensare che il primo demone del cazzo che doveva incontrare fosse proprio lui. Non lui, non in quel momento di debolezza.

-Dici, Abrahel? Io invece mi sento uno straccio, ma grazie per la cortesia! Tu invece sembri un pò invecchiato eh? Cosa c'è? Non ti fanno più allenare nell'arena?-

Lexi cercò di rimanere rilassata, anche perchè le alternative, in quel momento e in quelle condizioni, non erano poi molte. Si piegò sulle ginocchia,appoggiando le sue mani su di esse e alzando il viso per parlare con Abrahel, un demone-succube apparso nel 1581 nel Limburgo. Una storia decisamente movimentata la sua, che racconta di un pastore, il quale dopo essersi innamorato di lui diede come pegno d'amore il suo unico figlio nelle sue mani. Una storia tragica, di quelle che si sentono solo nei libri. Ma era tutto reale.
Nei suoi anni da dannata, Lexi aveva avuto modo di avvicinarsi ad alcuni di loro, senza astio e conoscere le loro storie. Questa era una delle più strane che avesse mai sentito e la cosa la colpì profondamente, cominciando a nutrire una certa simpatia per Abrahel.
Non si poteva dire lo stesso in quel frangente. Lexi aveva tradito la sua fiducia, come aveva tradito quella di chiunque altro all'inferno, tradendo Lucifero. E aveva una fottuta paura di Abrahel. Oh sì. La sua forza e la sua potenza non avevano eguali e lei, così affannata e stanca , quasi moribonda per il caldo, non era in grado di affrontarlo. Non ora.

-Sì be sai com'è, non avevo voglia di salire di sopra a scegliermi un corpo nuovo, così sto lasciando che questo invecchi. E' un uomo affascinante , non trovi? Ricordo che ti piaceva quando passavamo ore a raccontarci storie. Ricordi, Lexi? Prima che ci tradissi tutti quanti?-

-Ascoltami Ab, l'ho fatto per andare contro di lui, e degli altri demoni schifosi che abitano questo posto e tu lo sai bene. Non avrei fatto questo a te, sai che...
-Oh per l'amor del diavolo smettila , Lexi! Non voglio sentire queste puttanate! Me lo avresti detto quale era il tuo piano se solo ti fossi fidata di me! Ora guardati, sembri uno straccio di donna, un 'umana che usa quei miseri truchetti da prestigiatore per ingannare la natura, noi e chiunque si metta sulla tua strada! Ti sta bene se il capo ti ha trascinata qua sotto. -

Dopo averle fatto un cazziatone, Abrahel tornò leggermente calmo. Non era un tipo che si infuriava facilmente, anzi. Forse era proprio per la sua intelligenza e la sua saggezza che Lexi aveva legato con lui. Ma era pur sempre un demone. Esattamente come lo era stato lei. E chi non sceglie la redenzione è perchè non ha dentro di sé nulla di buono in fondo. 
Nonostante ciò, la strega aveva sempre creduto in lui.

-Io non ti torcerò un capello, se è questo ciò di cui hai paura.-

Disse guardandola negli occhi, quasi come se stesse provando compassione per lei, che era inginocchiata , stanca e con gli occhi disperati. Non riuscì, infatti di fronte a lui a trattenersi. Era stato un compagno, un amico, un confidente e rivederlo era bastato a riaprire vecchie ferite rimarginate lentamente.

-Se servisse a darmi pace te lo lascerei fare, ma ho un bambino che mi aspetta e tu...-

Si alzò lentamente per avvicinarsi a lui e prendergli le mani, che ribollivano quasi, emanando calore e il suo odore riempì di nuovo le narici di Lexi, lasciandole un sapore acre in gola.

-Tu puoi venire con me, io voglio che tu ti lasci redimere! Te lo meriti , te lo sei sempre meritato! Avanti vieni con me, ce la posiamo fare!-
-E se non ce la facessi? se tutto questo ci si ritorcesse contro? sarei dannato a vita e costretto alle peggiori delle torture ,Lexi. Non posso.-

Abrahel afferrò le mani di Lexi, come se prenderle fosse stato un viaggio nel tempo, che lo avesse ricondotto a quei bei momenti. La sua amica era di nuovo davanti a lui. Era una bella sensazione. Gli era mancata terribilmente. Gli interessi che avevano in comune, le esperienze vissute, l'intelligenza e la forza che li accomunava non erano stati ritrovati in nessun altro, da quando la strega era fuggita dagli inferi, lasciandolo solo a marcire tra le fiamme.

-Vieni con me...ti prego!-

Il demone la guardò negli occhi e vide la sincerità in quello sguardo bisognoso.

-D'accordo, Lexi. Proviamo!
Prometto di pubblicare anche ciò che riguarda Lexi e la sua vita, che dai capitoli di The Long Hard Road Out Of Hell non si capisce bene chi sia ;)
Capitolo Primo


Acqua..a-cqua...
*Le prime parole che uscirono dalla bocca di Lexi, dopo il suo risveglio. Ancora assopita , in uno stato ancora tutto da auto verificare, la strega non si era infatti accorta di essere in un luogo a lei non del tutto sconosciuto. Un ala del posto, però riservata solo alle grandi occasioni, a cui lei spesso aveva partecipato solo come spettatore. Una sala alquanto ambigua e fitta di oscuri segreti, che venivano rivelati solo in alcuni libri nel mondo reale.
Faceva caldo, molto caldo e Lexi cominciava a svegliarsi dal suo torpore. Aveva i piedi in una bacinella con dell'acqua che forse sarebbe dovuta servire a rinfrescarla appena , ma in realtà le stava procurando solo ferite da ebollizione, perchè il fuoco che la circondava, così vicino ormai alla sua pelle, sudata e piena di bruciature, era alto e stava solamente facendo il suo dovere.
Le mani erano legate a delle catene, fissate ben salde su quel muro dal colore nero , che entrava in netto contrasto con i colori di quel che vi era attorno. Le gambe intorpidite dal troppo stare nella stessa posizione e per chissà quanto tempo, svenuta addosso ad un muro, non sapendo nemmeno cosa ci faceva in quel posto.
Gli occhi erano pesanti, stanchi, il viso della strega era sporcato di nero, forse aveva avuto qualche trattamento vicino al fuoco, molto più di quanto lei cominciasse a ricordare. Ma quegli stessi occhi si aprirono e capì immediatamente cosa stava succedendo e dove l'avevano trascinata.
Non ricordava come fosse successo, ma i ricordi sarebbero riaffiorati presto.
In compenso davanti a lei vi era una sedia, come se fosse stata messa lì per qualcuno che avrebbe , di certo , avuto il piacere di torturarla.
E chi non ne aveva voglia, dopo tutti quegli anni, di farlo. Chi non aveva la sensazione che Lexi avrebbe dovuto pagare prima o poi , per quel tradimento fatto a Lucifero anni addietro. Tutti all'inferno volevano un pezzo di lei. Tutti avrebbero fatto qualsiasi cosa per poter avere la taglia che ormai vi era sulla sua testa.
Ma chi si avvicinò a quella sedia malconcia, non era nessuno di bassa lega. Non era un demone qualsiasi, uno di quegli schifosi che per avere un attimo di gloria infernale, avrebbe scomodato il proprio culo fino sulla terra e si sarebbe battuto per portarla a casetta. No, nessuno di loro avrebbe mai potuto sconfiggere la potenza di Lexi. Era vero, altresì, che Lexi non passava un bel periodo. La sua fragilità interiore era sicuramente il nesso che legava l'intenzione all'accaduto. E qualcuno si era decisamente approfittato di ciò che torturava la povera strega.
-Buongiorno, ben svegliata! Caldino vero? Cosa dicevi? non ti ho sentita! -
Parole accompagnate dal suo avvicinarsi con un'eleganza inaudita al povero corpo dilaniato da qualche tortura col fuoco, che era ancora appeso in catene come un salame in una drogheria. L'uomo si avvicinò a Lexi e al suo viso, cercando di capire cosa avesse detto in precedenza, ma in realtà era solo uno sporco gioco sadico che amava fare. Una cosetta da nulla, sarebbe stata capace anche lei stessa a mettere nelle peggiori condizioni il suo ipotetico prigioniero.
-Lexi, Lexi, Lexi, andiamo su! Ti pare che io sia qui per servirti? Nooo, dai non scherziamo!-
Un sorriso compiaciuto si dipinse sul suo volto, che era solcato da qualche piccola ruga, che ben presto avrebbe cancellato per pura vanità , con uno schiocco di dita.
Lucifero era bello, ogni sua sembianza, conosciuta dalla strega , era sempre stata all'altezza delle aspettative comuni. Questa volta sfoggiava una chioma bionda, capelli lunghi fino alle spalle, morbidi alla vista e sicuramente anche al tatto. Gli occhi erano verdi , quasi della stessa tonalità della strega, le mani lunghe e magre, curate come se lui non avesse più toccato niente dopo la grande battaglia.
Il vestiario sempre molto elegante, questa volta lasciava trapelare un cambio netto di look. Forse erano le mode infernali a cambiare, ma quella maglietta degli Iron Maiden addosso a Lucifero era decisamente una beffa. La giacca di pelle, tolta con molta non-chalance , si andò a posare sulla sedia, che ancora non aveva avuto il piacere di essere stata toccata dal suo culo regale. Insomma, un gran bel figo davanti a lei, il cui scopo era proprio quello di indurre in tentazione chiunque lo incontrasse e ci sarebbe riuscito. Difficile da ammettere, ma Lexi ne era stata sempre affascinata.
Prese finalmente posto sulla sedia e la osservò con un sorriso curioso.
-So a cosa sta pensando, di sicuro ti sono tornate in mente scene di noi due che facevamo del sesso su quel bancone del bar, la prima volta che ci siamo conosciuti. Bei ricordi , nevvero?-

-Sì, devo ammettere che hai sempre avuto un certo non so che quando hai usato il tuo gingillo infernale su di me, ovviamente sotto tortura mentale, ma sì! Sono d'accordo. Ah ho capito mi hai chiamato per una rimpatriata?-

Lexi rispose in tono sarcastico, alzando il capo e guardandolo con disprezzo, ma sorridendo allo stesso momento. Lucifero cominciò a ridere di gusto , sbilanciandosi sulla sedia ma senza cadere, come se non ci fosse alcuna forza di gravità.

-Rimani sempre simpatica e comunque no mia cara strega, per oggi niente bunga bunga infernale. Ho una proposta da farti!-

Le proposte fatte dal re dell'inferno non portavano mai niente di buono, avrebbe sicuramente voluto Lexi in qualche squadrone di reclute a patire quel gradito ritorno all'inferno e a farla soffrire a vita non fisicamente, ma semplicemente per il fatto di aver trasformato il suo incubo peggiore in realtà. Ovvero allontanarla dalle persone che amava.

-Una proposta? Be ho un altra busta da poter scegliere o devo solo star zitta ad ascoltarti?-

Lucifero non colse la battuta, ma si fece stranamente serio d'improvviso.

-Hai trenta giorni per uscire da qua. Ovviamente ciò che incontrerai sulla strada per uscirne non è di mia competenza. Ti lascio al tuo destino. Chi incontrerai sono solo cazzi tuoi. Avrai nient'altro che te stessa e qualche tuo oggetto simpatico , di quelli che usate nelle cacce al demone. Niente magia, niente abracadabra, solo tu e il machete.
Se riuscirai a farti vedere entro i 30 giorni davanti alla porta dell'inferno, pronta ad andartene io ti lascerò e lascerò anche che nessuno mai più ti possa perseguire per i ...come dire...peccati commessi in passato. Altrimenti se non ti vedo , trarrò le mie conclusioni. Qualche mio bambino affamato potrebbe averti mangiato a colazione o sarò io personalmente a farti fuori, qualora allo scadere del tempo, tu fossi ancora viva , ma persa da qualche parte.-

La proposta di Lucifero era a dir poco pazzesca. Lexi ascoltò le parole pensando ad un unica cosa: suo figlio. Avrebbe dovuto combattere fino all'ultima speranza, sempre con impresso sul cuore e sugli occhi quel visino dolce, che aspettava la mamma ansioso.
30 GIORNI. Solo 30 giorni e sarebbe tornata a casa.

-D'accordo, dammi tutto e liberami da questa catene di merda.-

Detto fatto, Lexi si ritrovò davanti una sacca di oggetti e le mani finalmente libere da quel calvario. Lucifero le apparve dietro alle spalle, sfiorò i capelli corvini della strega e annusò il suo profumo, ormai camuffato dall'odore del fumo infernale e probabilmente anche dall'acre zolfo che le inondava le narici.

-Conto su di te, vorrei vederti vincere questa gara. Sai sono i miei bambini che non ti sopportano , sono loro che vorrebbero vederti arrostire, non io. Io ho sempre avuto un debole per te e tradirmi non mi ha nuociuto, ha solamente alimentato la mia voglia di renderti mia regina. Sarei onorato se cambiassi idea, ma ormai hai accettato la 30 days challenge. Buon lavoro e buona fortuna!-

Senza aggiungere altro, Lexi si ritrovò su di una via buia, la quale veniva alimentata solo dal fuoco che spuntava in ogni dove. Per fortuna aveva qualcosa con cui combattere e lo avrebbe fatto.
Lucifero era svanito e restava solo lei.
La guerriera era di nuovo sul fronte di guerra.